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25 June, 2018

Apostrofo: regole d’uso nell’italiano scritto




Apostrofo: regole d’uso nell’italiano scritto

apostrofo 

L’apostrofo: quali sono le sue regole d’uso nell’italiano scritto? Una bella domanda, vero? Tu le sapresti indicare, se qualcuno te le chiedesse così su due piedi?
Pochi di noi conoscono tutte le norme d’uso degli apostrofi nelle varie situazioni. Personalmente, di tanto in tanto vado a ripassarle. Già, perché mi sono accorto che l’apostrofo è uno di quegli elementi della scrittura che più danno luogo a errori grammaticali.
In sostanza: l’apostrofo si usa nelle quattro circostanze che riporto qui sotto.


    apostrofo 
  1. Apostrofo in caso di elisione

    L’uso più comune dell’apostrofo è in caso di elisione. Cioè: quando cade la vocale finale di una parola seguita da un’altra parola che inizia anch’essa per vocale. Un esempio doppio di elisione: l’apostrofo si usa soprattutto in caso d’elisione.
  2.  
  3. Nell’italiano scritto, non bisogna esagerare con le elisioni. In effetti, l’elisione è molto frequente nell’italiano parlato. In quello scritto, lo è molto meno.
    Davanti a una parola che inizia per vocale, di norma si elidono gli articoli determinativi lo e la – anche quando sono uniti a una preposizione – e l’articolo indeterminativo una, con i suoi derivati alcuna, nessuna ecc. Però, se la cacofonia non è evidente, non è necessario mettere l’apostrofo: gli articoli citati possono mantenere la forma intera.
    È meglio evitare l’apostrofo quando l’articolo precede un nome proprio, il titolo di un’opera oppure quando il sostantivo che segue è in corsivo, tra virgolette ecc. Quindi, è preferibile scrivere: “Hai letto la Anna Karenina di Tolstoj?”. Lo stesso vale per gli aggettivi bello e quello.
    Non si elidono mai gli articoli plurali gli e le.
    Una riga non deve mai terminare con un apostrofo. È perciò corretto scrivere del-l’amico o dell’a-mico, mentre è scorretto scrivere dell’ | amico o dello | amico.
    Da non si elide mai. Fanno eccezione le forme stereotipate come d’ora in poi, d’altro canto ecc. Allo stesso modo, è preferibile non elidere la preposizione semplice di.
    Tranne quando la cacofonia è evidente (l’ho) e per le forme stereotipate (c’è, c’erano), è preferibile evitare l’elisione dei pronomi lo e la e di quelli mi, ti, ci, si, vi, ne.
    Tal è qual non vogliono mai l’apostrofo.
  4. Apostrofo in caso di troncamento

    L’apostrofo serve anche a indicare un troncamento, cioè la caduta della sillaba finale: be’, Ca’ Granda, fra’, po’ecc.
    L’apostrofo si usa anche in questi casi di troncamento dell’imperativo: di’, da’, fa’, sta’, tie’, to’, va’, ve’.
  5. Apostrofo in caso di aferesi

    L’apostrofo indica anche un’aferesi, cioè la caduta di una vocale o di una sillaba iniziale: ‘sto invece di questo. Tale uso è proprio dei testi poetici antichi.
  6. Apostrofo: altri usi

    L’apostrofo può essere usato anche in altre situazioni, diverse da quelle elencate sopra. Per esempio, l’apostrofo è adoperato per abbreviare le date: gli anni ’30, il ‘600 ecc. La forma corretta prevede però che il numero sia scritto in lettere: gli anni Trenta, il Seicento.
    L’apostrofo non va messo davanti alla seconda cifra delle date unite da trattino: il conflitto del ’40-45 (o anche: il conflitto del 40-45).
    Da evitare i casi di doppio apostrofo. Per esempio, non si scrive dell’’800, ma dell’800, con un solo apostrofo. La soluzione ideale è però scrivere tutto in lettere: dell’Ottocento.


Apostrofo: un po’ di storia

apostrofo 

Il primo testo stampato in cui compare un apostrofo è l’edizione delle poesie di Francesco Petrarca pubblicata a Venezia nel 1501 da Aldo Manuzio, uno dei più importanti tipografi di sempre.
Da quel momento, l’uso dell’apostrofo si diffonde velocemente. Nel Settecento è orami usato più o meno come lo si usa oggi. Anche se rimane a lungo l’incertezza tra ciò che è considerato elisione (e perciò richiede l’apostrofo) e ciò che è invece considerato troncamento (e perciò non richiede l’apostrofo).
Insomma: così come per l’accento, anche per l’apostrofo è sempre regnata una certa confusione. In questo senso, mentre molte grammatiche del Settecento indicavano di scrivere un amico senza apostrofo, nel Novecento alcuni grandi intellettuali continuavano a scrivere qual è e tal è con l’apostrofo in mezzo!

14 May, 2018

Introduzione al congiuntivo: quando e come si usa.


Introduzione al congiuntivo: quando e come si usa.

Il congiuntivo. 
Questo modo verbale spaventa tutti gli studenti della lingua italiana. Però la situazione non è così tragica come può sembrare. In questo primo articolo di una serie dedicato al congiuntivo nella lingua italiana vedremo quando e come si usa questo modo verbale. Cominciamo a scoprire il congiuntivo!
Congiuntivo nella lingua italiana: che cosa esprime?
Per descrivere la realtà, l’oggettività, quello che succedeva, succede o succederà usiamo il modo indicativo. Il modo congiuntivo invece, contrariamente all’indicativo, esprime la non-realtà, l’ incertezza, i dubbi, la soggettività.
Per esempio:Maria
parla
italiano.
(= realtà, certezza: Maria conosce l’italiano, Maria parla italiano)
Mi sembra che Maria
parli
italiano.
(= il congiuntivo viene usato quando non abbiamo certezza sui fatti che stiamo raccontando: non è detto che lei conosca la lingua)
Pietro
è
a casa adesso.
(= realtà, certezza)
Non penso che Pietro
sia
a casa adesso.
(=incertezza, dubbi)
Esistono delle parole dopo le quali l’uso del congiuntivo è obbligatorio, il che ci aiuta molto ad usarlo correttamente. Quasi tutte queste parole esprimono un’opinione personale, un dubbio, un’incertezza, una paura, un’ipotesi e così via. Per esempio:
Suppongo
che /
dubito
che Maria
parli
italiano
. (= è solo una mia ipotesi/ un mio dubbio, forse non è così)Temo
che Pietro non
sia
a casa.
(= è solo un mio timore)Mi auguro
che l’esame
vada
bene.
(= è un mio desiderio)Spero / dubito
che Piero
sia
a casa.
(= speranza, augurio / dubbio)
Ma il libro dov’è? –
Non ho la minima idea
di dove
sia
!Certo l’elenco delle parole che richiedono l’uso del congiuntivo è molto più lungo ma ne parleremo nei prossimi articoli.
Altre due cose sul congiuntivo nella lingua italiana
Il
congiuntivo
nella lingua italiana
ha 4 tempi
: presente, passato, imperfetto e trapassato che verranno spiegati nelle prossime lezioni.E per concludere aggiungo che la lingua di tutti i giorni, quella parlata, tende sempre ad essere semplificata. Questa regola non scritta vale anche per la lingua italiana. Quindi non meravigliatevi quando sentirete che i vostri interlocutori sostituiranno il modo congiuntivo con l’indicativo. Succede abbastanza spesso. Ma solo nel linguaggio quotidiano! Il congiuntivo è il segno di un italiano colto e raffinato ed è indispensabile nel campo lavorativo o degli studi

L’uso del congiuntivo nella lingua italiana

Prima di raccontarvi dell’uso del congiuntivo nella lingua italiana, vorrei ricordarvi alcune particolarità, che dovete ricordare del congiuntivo:1) il modo congiuntivo descrive incertezza, dubbio, probabilità, soggettività;2) il congiuntivo di solito viene usato nelle frasi subordinate precedute dalla parola “che”. Quasi sempre questa parola ci segnala l’obbligo di usare il congiuntivo;3) il congiuntivo può essere usato solo se i soggetti della frase principale e quella subordinata sono diversi. Quando invece i soggetti sono uguali nella frase subordinata viene usato l’infinito preceduto dalla preposizione “di”. Per esempio:Penso (io) che Pietro (lui) abbia l’influenza. > Penso (io) di avere (io) l’influenza.Quando si usa il congiuntivo nella lingua italiana?I. L’uso del congiuntivo dipende dal verbo nella frase principale. Di solito sono i verbi che esprimono:1) un’opinione soggettiva, un’incertezza, per esempio : credo, penso, immagino, ho l’impressione, dubito, mi pare, mi sembra, non sono certo/a, non sono sicuro/a, si dice, dicono, ritengo, suppongo ecc;2) un sentimento, una preoccupazione, un timore: sono felice, sono contento/a, mi fa piacere, mi dispiace, ho paura, temo ecc;3) una speranza, una volontà: spero, voglio, desidero, mi auguro, preferisco, aspetto, pretendo;4) una (im)possibilità, una probabilità: è possibile, è impossibile, è probabile, è improbabile, può darsi ecc.;5) una necessità: bisogna, occorre, è necessario, è opportuno, conviene ecc.
II.
Il congiuntivo viene usato con tanti verbi impersonali (
conviene, bisogna, occorre
ecc). Anche dopo il verbo ESSERE usato impersonalmente con un aggettivo o un avverbio viene usato il congiuntivo, per esempio:
è meglio, è giusto, è corretto, è importante, è strano, è necessario, è fantastico, è orribile, è incredibile
e così via.Qualche esempio:
È probabile
che Claudio
conosca
questa ragazza.
È importante
che Maria
faccia
in tempo questo lavoro.
È meglio
che tu
vada
via.
Pretendo
che tu
vada
via!
Non sono sicura
che il negozio
apra
alle 9.
È strano
che lui
si comporti
in questo modo; non è tipico per lui.
Bisogna
che
ti sbrighi
per poter prendere questo treno.
Mi dispiace
che tu
stia
male.L’uso del congiuntivo nella lingua italiana: eccezioni
Dopo queste frasi e parole
, anche se esprimono un’opinione soggettiva e una probabilità,
si usa il modo indicativo
:
per me, secondo me, forse, probabilmente, a mio avviso.
Alcuni esempi:
Secondo me / per me / a mio avviso
Claudio non
parla
bene l’inglese.
Forse / probabilmente
Claudio
conosce
questa ragazza.Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo
Il congiuntivo presente dei verbi regolari
Continuiamo a parlare del congiuntivo nella lingua italiana. Nell’articolo precedente “
Introduzione al congiuntivo: quando e come si usa
” ho raccontato che cosa esprime il congiuntivo e ho spiegato la differenza tra il modo congiuntivo e il modo indicativo. Il congiuntivo ha 4 tempi: presente, passato, imperfetto e trapassato. Questo articolo è dedicato al congiuntivo presente.
Prima di cominciarePrima di tutto vorrei ricordarvi la differenza tra il modo indicativo e il modo congiuntivo:Il modo indicativo descrive la realtà, certezza, oggettività. Il modo congiuntivo, invece, descrive incertezza, dubbio, probabilità, soggettività.Un’altra cosa importantissima da ricordare: il congiuntivo di solito viene usato nelle frasi subordinate precedute dalla parola “che”. Quasi sempre questa parola ci segnala l’obbligo di usare il congiuntivo.Ancora una particolarità sul congiuntivo nella lingua italiana. Il congiuntivo può essere usato solo se i soggetti della frase principale e quella subordinata sono diversi. Quando invece i soggetti sono uguali nella frase subordinata viene usato l’infinito preceduto dalla preposizione “di”. Per esempio:Penso (io) che Pietro (lui) abbia l’influenza. > Penso (io) di avere (io) l’influenza.Forme regolari del congiuntivo presenteCome si forma il congiuntivo presente dei verbi regolari: lavorare scrivere partire capire io lavor-i,io scriv-a,io part-a,io cap-isc–a,tu lavor-i,tu scriv-a,tu part-a,tucap-isc–a,lui, lei lavor-i,lui, lei scriv-a,lui, lei part-a,lui, leicap-isc–a,noi lavor-iamo,noi scriv-iamo,noi part-iamo,noi cap-iamo,voi lavor-iate,voi scriv-iate,voi part-iate,voi cap-iate,,loro lavor-ino,loro scriv-ano,loro part-ano,loro cap-isc–ano
Commenti:– le prime tre persone del congiuntivo presente sono sempre uguali e per evitare confusione generalmente si usa il
pronome personale soggetto
. Per esempio:
Credo
che
lui
abbia l’influenza.,
Credo
che
tu
abbia l’influenza.,
Crede (lei)
che
io
abbia l’influenza.;– la prima persona plurale del congiuntivo
(noi)
è uguale all’indicativo: Noi
abbiamo
l’influenza.,
Penso che
noi
abbiamo
l’influenza.
I tempi del congiuntivo: il presente Prima di tutto ricordate che il congiuntivo viene usato nelle frasi subordinate che vengono collegate con le frasi principali con la parola “che”. Quindi, quando parliamo dei tempi del congiuntivo intendiamo il tempo della frase subordinata. Nella frase principale può essere usato un tempo diverso. È molto importante capire questo concetto per poter studiare il congiuntivo è la concordanza dei tempi tra le frasi principali e subordinate.Con il congiuntivo presente non ci sono problemi: descrive l’azione presente che si svolge contemporaneamente con l’azione nella frase principale anche essa in presente.Penso (adesso) che Marco vada (adesso) al mare.Penso (adesso) che Marco stia andando (in questo momento) al mare.Penso (adesso) che Paolo abbia (adesso) l’influenza.Voglio (adesso) che tu vada via (adesso).Suppongo (adesso) che Carlo abbia (adesso) ragione.Temo (adesso) che Pietro non sia (adesso) a casa.Dubbi? Domande? Lasciateli nei commenti qui sotto l’articolo!
Congiuntivo presente: i verbi irregolari
Prima di cominciare a studiare il congiuntivo presente dei verbi irregolari vi consiglio di leggere i precedenti articoli che descrivono la
differenza tra il modo congiuntivo e il modo indicativo
e la coniugazione del congiuntivo presente dei verbi regolari.I verbi che sono irregolari al presente indicativo lo sono anche al presente congiuntivo.
Verbi irregolari “essere” e “avere” al congiuntivo presente essere,avere
,io,sia,abbia,tu,,sia,abbia,lui, lei, lei,sia,abbia,noi,siamo,abbiamo,voi siate,abbiate,loro siano,abbiano
Verbi modali al congiuntivo presente: dovere, volere, sapere, potere,dovere,volere,potere,sapere,io debba,voglia,possa,sappia,tu debba,voglia,possa,sappia,lui, lei, lei debba,voglia,possa,sappia,noi dobbiamo,vogliamo,possiamo,sappiamo,voi dobbiate,vogliate,possiate,sappiate,loro debbano,vogliano,possano,sappiano
Altri verbi irregolari al congiuntivo presente presente indicativo congiuntivo presente(io)(io, tu, lui, lei, lei)(noi)(voi)(loro)stare > sto,stia,stiamo,stiate,stiano,dare > do,dia,diamo,diate,diano,andare > vado,vada,andiamo,andate,vadano,fare > faccio,faccia,facciamo,facciate,facciano,dire > dico,dica,diciamo,diciate,dicano,venire > vengo,venga,veniamo,veniate,vengano,tenere > tengo,tengo,teniamo,teniate,tengano,rimanere > rimango,rimanga,rimaniamo,rimaniate,rimangano,togliere > tolgo,tolga,togliamo,togliatetolgano
scegliere > scelgo,scelga,scegliamo,scegliate,scelgano
spegnere > spengo,spenga,spegniamo,spegniate,spengano
salire > salgo,salga,saliamo,saliate,salgano
uscire > esco,esca,usciamo,usciate,escano,
tradurre > traduco,traduca,traduciamo,traduciate,traducano,proporre > propongo,proponga,proponiamo,proponiate,propongano,Una strategia per costruire il congiuntivo presente di molti (ma non tutti) verbi irregolari è quella di utilizzare la 1ª persona singolare del presente indicativo cambiando la vocale finale –o in –a.
Alcuni esempi con i verbi irregolari:Spero
che tu
stia
bene.
Non penso
che lei
sappia
guidare la macchina.
Non credo
che loro
vengano
per trovarci per la Pasqua.
Non credo
che lui mi
dica
la verità.
Il congiuntivo imperfetto nella lingua italiana: la forma e l’uso
In questo articolo vediamo come si forma il congiuntivo imperfetto nella lingua italiana. Ma prima di cominciare vorrei indicarvi alcuni articoli dedicati al modo congiuntivo che possono esservi utili. Prima di tutto l’articolo “
Introduzione al congiuntivo: quando e come si usa
” e l’articolo “
L’uso del congiuntivo nella lingua italiana
”. Chi è alle prime armi con il congiuntivo può rileggere anche gli articolo dedicati al congiuntivo presente:
Il congiuntivo presente dei verbi regolari e Il congiuntivo presente: i verbi irregolari.
E adesso cominciamo con il Congiuntivo imperfetto.
Congiuntivo imperfetto: verbi regolari,,cant-are,ved-ere,sent-ire,fin-ire,
cant
assi,
ved
essi,
sent
issi,
fin
issi,
cant
assi,
ved
essi,
sent
issi,
fin
issi,
cant
asse,
ved
esse,
sent
isse,
fin
isse,
cant
assimo,
ved
essimo,
sent
issimo,
fin
issimo,
cant
aste,
ved
este,
sent
iste,
fin
iste,
cant
assero,
ved
essero,
sent
issero,
fin
isseroPensavo che tu lavorassi in banca. Vorrei che tu smettessi di dire le bugie.
Congiuntivo imperfetto: verbi “essere” e “avere”essere,avere,fossi,avessi,fossi,avessi,fosse,avesse,fossimo,avessimo,foste,aveste,fossero,avessero Pensavo che le sigarette fossero nella borsa. Pensavo che Mario avesse una macchina nuova.
Congiuntivo imperfetto: verbi irregolari
Il congiuntivo imperfetto i verbi irregolari di solito sono
gli stessi dell’ imperfetto indicativo
e mantengono le stesse irregolarità.
fare,dire,bere,porre,tradurre,trarre,stare,
facessi,dicessi,bevessi,ponessi,traducessi,traessi,stessi,facessi,dicessi,bevessi,ponesse,traducessi,traessi,stessi,facesse,dicesse,bevesse,ponesse,traducesse,traesse,stesse,facessimo,dicessimo,bevessimo,ponessimo,traducessimo,traessimo,stessimo,faceste,diceste,beveste,poneste,traduceste,traeste,steste,facessero,dicessero,bevessero,ponessero,traducessero,traessero,stessero
Pensavo che tu stessi per uscire.Non ero sicura se tu bevessi vino bianco o quello rosso. NB!
Le forme della prima e seconda persona singolare nel congiuntivo imperfetto sono uguali. Quindi, per evitare confusioni bisogna usare
i pronomi personali
, per esempio:
Pietro pensava che io lavorassi in banca. Pietro pensava che tu lavorassi in banca. L’uso del congiuntivo imperfetto
1) Il congiuntivo imperfetto si usa dopo i verbi e le espressioni che richiedono il congiuntivo e serve per esprimere un’azione passata che si svolge contemporaneamente con un’altra azione passata descritta nella frase principale:Pietro pensava (imperfetto indicativo), che le sigarette fossero sul tavolo.Ho avuto (passato prossimo) l’impressione che tu stessi male.
2) Il congiuntivo imperfetto si usa anche dopo i verbi e le espressioni che reggono il congiuntivo quando sono al
condizionale semplice
, per esprimere un’azione contemporanea o futura rispetto all’azione nella frase principale.
Vorrei che tu rimanessi per un altro po’.Mi piacerebbe che tu venissi con me al mare.
Sull’uso del congiuntivo imperfetto vi racconterò di più in un articolo dedicato.
Il congiuntivo passato: come si forma?Il congiuntivo passato si forma con il congiuntivo presente dei verbi “essere” e “avere” più il participio passato del verbo.Il congiuntivo presente dei verbi “essere” e “avere”essere,avere,sia,abbia,sia,abbia,sia,abbia,siamo,abbiamo,siate,abbiate,siano,abbiano
L’uso del congiuntivo passato
Il congiuntivo passato nella lingua italiana si usa dopo i verbi e le espressioni che richiedono il congiuntivo e
serve
per
esprimere un’azione passata
che è accaduta
prima di un’altra azione descritta
con
il verbo al presente
nella
frase principale
.
Penso (=frase principale al presente)
che il treno
sia arrivato (= il congiuntivo passato)
alle 8:00.
Spero
che tu mi
abbia creduto
.
Penso
che Daniele
sia uscito
da casa 10 minuti fa.
Non credo
che loro
siano
già
arrivati
.
Penso
che il supermercato non
sia
ancora
aperto
.

13 May, 2018

8 VIDEO CORSO/VIDEO CORSO 9

1.Niccolo Machiavelli
Lucrezia Borgia
2.Scegli la risposta giusta
1.Perche paolo vuole mangiare fuori?
Perche il frigo e vuoto.
2.Perche Valertia sta aancora lavorando?
Perche deve finire un lavoro prima di domani.
3.Cosa pensa Valeria di Machiavelli ?
Che era un uomo iteressante e simpatico.
4.Se Paolo potesse essere un personaggio storico...
Vorrebbe vivere l'impresa dei mile.
5.Perche a Valeria piace Lucrezia  Borgia?
Perche e una donna intelligentee abile.

3.Completa le frasi con i verbi al gerundio.
Attenzione alla forma con il pronome.
 
1.Beh veramente la vorrei ricontrollare un'altra volta
rileggere=rileggendo l'ultimo capitolo ,ho trovato un paio di errori.
2.Ma dai non lo sapevo leggere=leggendo  quello che scriveva non si direbbe sembra cosi serio .
3.Sai che fare =faccendo questa traduzione ,ho imparato un sacco di cose su di lui che non sapevo.
4.Ma lo sai che guardandila bene
Scegli l'opzione gustaCosa significa l'espressione evidenzata?
<senti nel frigo non c'e niente di mangiabile-non facciamo la spesa da giorni>
= non c'e niente che si puo mangiare
5.Ricostruisciuna parte del dialogo :alcune parole non si leggono piu bene.
 
Paolo E tu, che personaggio storico ti piacerebbe essere?
Valeria Guarda, senza dubbio Lucrezia Borgia! Guardala qua: ma lo sai che era una donna incredibile? Parlano di lei come una donna spietata, che avvelenava i suoi nemici, ma non è vero: anzi, era una donna saggia e molto responsabile!
Paolo Ma lo sai che guardandola bene… noto una certa somiglianza?
Valeria Vero? Guarda!;
 
6. 
1. ti va di andare a mangiare qualcosa fuori?;
2. un paio di errori; 
3. gioco da tavolo; 
4. parlano di lei; 
5. noto una certa somiglianza.
ANZI


videocorso 4 – Se fossi un personaggio famoso
Paolo Senti, nel frigo non c’è niente di mangiabile. Non facciamo la spesa da giorni… Ti va di andare a mangiare qualcosa fuori? 
Valeria Sì, solo un attimo, 
Paolo, devo controllare una cosa…. 
Paolo Ah, la traduzione su quel libro di storia… L’hai finita?
Valeria
Beh, veramente la vorrei ricontrollare un’altra volta. Rileggendo l’ultimo capito, ho già trovato un paio di errori… Ma non è possibile, perché la devo consegnare domani…
 Paolo E questo chi è? Ah, Machiavelli… Un grande! 
Valeria Sì, veramente! Sai che facendo questa traduzione ho imparato un sacco di cose su di lui che non sapevo… Anche simpatiche! Per esempio, lo sapevi che gli piaceva giocare a un gioco da tavolo, quello che noi adesso chiamiamo Backgammon? 
Paolo Ma dai, non lo sapevo! Leggendo quello che scriveva non si direbbe, sembra così serio… Senti, ma… ti sarebbe piaciuto vivere in quel periodo…? 
Valeria Beh, oddio… certo non c’erano le comodità che abbiamo ora… Però sì, mi piacerebbe vedere come vivevano nel Cinquecento, nella Firenze dei Medici o nella Roma dei Borgia! 
Paolo No, io preferirei il Risorgimento: mi piacerebbe conoscere Garibaldi… Magari essere uno dei suoi uomini dell’impresa dei Mille! Eccolo, il mio generale! E tu, che personaggio storico ti piacerebbe essere? 
Valeria Guarda, senza dubbio… Lucrezia Borgia! Guardala qua: ma lo sai che era una donna incredibile? Parlano di lei come donna spietata, che avvelenava i suoi nemici, ma non è vero: anzi, era una donna saggia e molto responsabile! 
Paolo Ma lo sai che guardandola bene… noto una certa somiglianza?
Valeria Vero? Guarda!

videocorso 9 – Il biglietto del treno
Trascrizione:
Federico Ma…!
Laura Preferirei controllare, grazie! Con te tutto è possibile…! Milano-Rimini, 11 e 23, carrozza 6… Ma hai prenotato il posto al finestrino per me, vero?
Federico Sì, Monica…
Laura Ah, ci vogliono 3 ore: perché così tanto? Non c’era un treno più veloce?
Federico Sì, ma bisogna cambiare a Bologna. Con il cambio a Bologna ci vogliono 2 ore soltanto. Solo che a te non piace cambiare…
Laura Uhm, va bene va bene, dobbiamo capire da che binario parte… Tieni. Certo che anche tu… io lo so che sono tuoi amici, ma quando facciamo un weekend fuori andiamo sempre e solo a Rimini…!
Federico Dove vorresti andare?
Laura Ci sono altre città che sarebbe bello visitare: che so, Parma, Treviso, Ferrara…
Federico Credevo che Giovanna e Alberto ti fossero simpatici…
Laura Sì che mi sono simpatici, però, insomma, andiamo sempre da loro... E poi sai, proprio Giovanna una volta mi ha detto che l’autunno scorso hanno fatto due gite, una a Treviso, e una a Parma e che sono stati benissimo…
Federico Parma? Cosa c’è a Parma, oltre al prosciutto…?
Laura Stupido! Parma è una città molto bella, c’è il famoso teatro regio, la piazza con il duomo, il battistero…
Federico Va bè, ho capito. Ma Treviso?
Laura A volte mi domando se tu sia veramente così ignorante o fai finta per farmi arrabbiare… Treviso è una piccola Venezia, c’è un centro storico meraviglioso! E poi Giovanna mi ha detto che hanno dormito in un albergo sulla…
Federico Va bene, ho capito, la prossima volta potremmo andare a Treviso o a Parma, vediamo. Ma allora il nostro treno? Da che binario parte? Io sul tabellone non lo vedo.
Laura È un po’ difficile che lo trovi lì, Francesco, quello è il tabellone degli arrivi! Quello delle partenze è qui sopra!
Federico Sì, ma non lo vedo nemmeno lì… Ancora!?
Laura Ma Francesco, ma hai comprato il biglietto per domenica, oggi è venerdì!
Federico Cosa? Non è possibile! No, è vero! Ma che stupido! Adesso? Quando c’è un treno per Rimini nel pomeriggio? Dunque, ecco, questo parte alle due e un quarto. No… No, lo sciopero no! E adesso?
Laura Senti Francesco, ma se andassimo veramente a Parma? C’è un treno per Parma che parte tra mezz’ora e arriveremmo lì prima che inizi lo sciopero; dai uffa, almeno facciamo una gita soli, io e te! E poi Parma è una città romantica…
Federico In effetti, sempre Rimini… Parma… ma è romantica?
Laura Sì, molto… Sicuramente più di Milano! Una volta mi hai chiesto se volessi un regalo speciale per il compleanno. Ti ricordi? Quando mi hai detto che avresti voluto regalarmi qualcosa di particolare? Ecco, questa mi sembra l’occasione giusta!
Federico Va bene, dai. Vado a fare il biglietto? Forse riusciamo a prendere questo treno che parte tra mezz’ora.
Laura No no no no no, faccio io il biglietto! Tu hai fatto abbastanza, per oggi!

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10 May, 2018

LEZ 8







Cristoforo Colombo (lez 8,pag 105,traca20)



 
La ragazza ha visto la casa di Cristoforo Colombo.,
Il ragazzo non ha visto l’acquario di Genova.,
Gli spagnoli dicono che Colombo era catalano.,
Un’altra teoria dice che Colombo era portoghese.,
La ragazza dice che Colombo era italiano
 



Chi parla?(lez 8,pag102,traca 19)





 
1. Sono stato un grande filosofo, matematico e astronomo del 1600. Secondo me la religione doveva
occuparsi solo di problemi morali e non di scienza! Copernico diceva che la terra gira intorno al sole,
e non il contrario, ed io ho dimostrato che aveva ragione, inventando il telescopio per guardare lo
spazio. Sono stato accusato di eresia e condannato. E per rimanere in vita ho dovuto abiurare, cioè
ho dovuto dire che le cose che avevo dimostrato non erano vere.
 
 
2. Ero la figlia illegittima di un papa, Alessandro VI, ed ero bellissima. La fama che avevo era terribile,
si diceva che fossi l’amante di mio padre e di mio fratello. E poi la leggenda mi descrive come
un’assassina, bravissima nell’uso di un terribile veleno, la Cantarella.
La verità è che a Ferrara dell’inizio del 1500, mi corteggiavano i più importanti artisti, poeti e principi
dell’epoca e che negli ultimi anni della mia breve vita ho aiutato i più poveri e bisognosi.
 
 
3. Sono stato un grande regista, forse il più grande nella storia del cinema italiano. Ho cominciato nel
1941 lavorando alla radio, e negli stessi anni facevo lo sceneggiatore per grandi registi, come Roberto
Rossellini. Nel 1952 ho fatto il mio primo film, Lo sceicco bianco, che fu un vero insuccesso! Solo
cinque anni dopo però ho vinto il mio primo premio Oscar. Il primo di cinque, in quarant’anni di
carriera.


  

Soluzione: (lez 9,pag110)

1. Galileo Galilei; 

2. Lucrezia Borgia;

 3. Federico Fellini. 

1.astronomo/Scienziato che studia il cielo.,

telescopio/Strumento per osservare e studiare il cielo.,
eresia/Idea contraria alla Verità della Chiesa cattolica.; 

2. illegittima/Nata fuori dal matrimonio.,

veleno/Sostanza che, se bevuta o mangiata, può uccidere., corteggiare/Rivolgere gentilezze e complimenti alla persona amata o desiderata., bisognosi/Persone povere.; 

3. sceneggiatore/Persona che scrive la storia e i dialoghi di un film.,

insuccesso/Film visto da poche persone.,

carriera/La storia lavorativa di una persona.

 

 


Una famosa villa romana (lez8,pag108,traca 21)

 Guida Ecco, venite vicino… come avete visto Villa Adriana era una residenza molto grande, una vera e propria Versailles dell’antichità. Occupava 120 ettari e ci vollero 15 anni per completarla, dal 118 al 133 dopo Cristo. Qui viveva il grande imperatore Adriano, con sua moglie Sabina, la sua corte e i suoi collaboratori. C’erano giardini, fontane, terme, sale per ricevimenti, saloni per banchetti, teatri, una biblioteca, e anche un’isola artificiale. Nei giardini si vedevano statue di dei, di imperatori… pensate che in tutta la Villa c’erano circa 400 statue. Qualche parola su Adriano. Era un grande combattente, un atleta, un esperto cacciatore, ma era anche un uomo con una grande cultura e profondamente attratto dal mondo greco. Pensate che fu il primo imperatore con la barba, perché voleva identificarsi con i filosofi greci. Adriano fu un grande imperatore. Capì che l’impero romano era arrivato al massimo della sua estensione, e che oltre non era possibile andare. Così decise di non fare altre guerre per conquistare nuove terre e trasformò l’impero in una grande civiltà pacifica. E tutta questa Villa riflette questa idea di pace.
Donna Scusi…

Guida Sì, certo se qualcuno vuole farmi qualche domanda può interrompermi. Prego.
Donna Sì. Tutte le statue, come diceva Lei… dove sono? Qui ce ne sono solo alcune.
Guida Beh, con la caduta dell’impero la villa fu abbandonata, e venne riscoperta solo nel Rinascimento. La maggior parte delle opere vennero vendute in tutto il mondo e oggi sono sparse in moltissimi musei. Purtroppo qui ne sono rimaste solo poche.
Uomo Senta… è vero che Adriano ha fatto fare moltissime statue di un giovane ragazzo greco?

Guida Eh, sì, è vero, ma la questione è un po’ delicata: Adriano e questo ragazzo, che si chiamava Antinoo, erano molto intimi, forse addirittura amanti. Antinoo morì molto giovane, annegando nel fiume Nilo nel 130 dopo Cristo. Dopo la morte del ragazzo, Adriano, decise di fondare una religione dedicata alla sua persona. Inoltre costruì una città vicino al luogo della sua morte, che si chiamava Antinopoli, e organizzò ogni anno a Roma e ad Atene dei giochi per ricordarlo. E non è tutto. Adriano ordinò di scolpire così tante statue di Antinoo che adesso ogni grande museo, dal Louvre di Parigi al Prado di Madrid, ai musei vaticani all’Ermitage di San Pietroburgo, ha una statua del ragazzo. Ora andremo a visitare un luogo privato e unico, il Teatro Marittimo. Questo teatro era una vera e propria isola dentro i giardini della Villa. Ecco, venite, passando questo piccolo ponte si arriva in un luogo molto tranquillo e lontano dai rumori del mondo. Qui Adriano veniva a meditare. Naturalmente era anche un luogo molto confortevole. Sull’isola infatti c’era tutto, anche i bagni. Qui poco tempo prima di morire, il 10 luglio del 138 dopo Cristo, Adriano scrisse i suoi ultimi pensieri.

 

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Lez8_ese2

Esercizio 2 (scelta multipla): gerundio + pronomi

A: Sei mai stato a Napoli?
B: No.
A: Beh, andandoci capirai quello che ti sei perso.


2.A: Penso che mio figlio sia uno stupido.
B: Beh, dicendoglielo non migliorerai la situazione.


3.A: Mia figlia si veste male.
B: Forse dandole qualche consiglio potresti aiutarla a migliorare il suo gusto.


4.A: Perché i tuoi fratelli sono sempre così maleducati?
B: Non lo so, ma forse chiedendoglielo potresti scoprirlo.


5.A: Quanti caffè bevi?
B: Sette al giorno.
A: Accidenti! Forse bevendone meno saresti più calmo.


6.A: Sono disperato, Maria m’ha lasciato.
B: Forse pensando- meno staresti meglio.
C: Non ci riesco.
 

7.A: Voglio andare via dall’Italia, non mi piace.
B: Fai bene, andandotene starai sicuramente meglio.


8.Sono troppo stanco, non riesco più a tenere i miei tre figli.
Mettendoli a letto prima forse sarebbero meno nervosi.


9.Facebook mi piace molto.
ma standoci tutto il giorno davanti non farai mai l’esame.


10.Mi dispiace di non avervi detto che avevo preso io la macchina, scusate.
Beh, dicendocelo avremmo evitato di denunciare il furto alla polizia.

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Esercizio 1 : gerundio

1.andando a ballare il tango ho incontrato mio marito Fabio.-andare

2.facendo sport mi sono rotto il ginocchio. -fare

3.dicendo tutta la verità non sempre si fa bene agli altri.-dire

4.bevendo  troppo vino finirai per rovinarti il fegato. -bere

5.Ho scritto il mio libro stando per ore in biblioteca.-stare

6.pulire la mia camera ho ritrovato l’anello che avevo perso. -pulire

7.scrivendo la mia tesi ho capito che non sono portato per lo studio della storia.-scrivere

8.essendo così sciocco non migliori la situazione. -essere


9.uscire tutte le sere non riuscirai a fare l’esame.-uscire  
10.scoprire l’America, Colombo diventò famoso.
-scoprire
_______________________________________

 

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Esercizio 1 : 

discorso diretto > discorso indiretto


 
Francesca: “Franco, dov’è il pettine?”
Francesca chiede a Franco dove è/sia il pettine.
Francesca ha chiesto a Franco dove era/fosse il pettine.

1.Antonio: “Marina e Franco, quanta marmellata mangiate?”
Antonio chiede a Marina e Franco quanta marmellata mangiano.
Antonio ha chiesto a Marina e Franco quanta marmellata mangiavano.

2.Nonno: “Silvia, perché stai prendendo tutti i miei libri?”
il nonno chiede a Silvia perché sta prendendo tutti i suoi libri.
il nonno ha chiesto a Silvia perché stava prendendo tutti i suoi libri.

3.Insegnante: “Ragazzi, dove sono i vostri zaini?”
l'insegnante chiede ai ragazzi dove sono i loro zaini.
l'insegnante ha chiesto ai ragazzi dove erano i loro zaini.

4.Zio: “Ragazze, cosa prendete dopo il caffè?”
lo zio chiede alle ragazze cosa prendono dopo il caffè.
lo zio ha chiesto alle ragazze cosa prendevano dopo il caffè.

5.Mario: “Giovanni, tua sorella è ancora dal dentista?”
Mario chiede a Giovanni se sua sorella è ancora dal dentista.
Mario ha chiesto a Giovanni se sua sorella era ancora dal dentista.

6.Franca: “Gessica, cosa stai facendo?”
Franca chiede a Gessica cosa sta facendo.
Franca ha chiesto a Gessica che stava facendo.

7Presidente: “Cari impiegati, chi è il miglior dirigente?”
il presidente chiede agli impiegati chi è il miglior dirigente.
il presidente ha chiesto agli impiegati chi era il miglior dirigente.

8.Ragazza: “Scusa, hai da accendere?”
la ragazza chiede al ragazzo se ha da accendere.
la ragazza ha chiesto al ragazzo se aveva da accendere.

9.Figlio: “Papà, dobbiamo veramente andare a cena dalla nonna?”
il figlio chiede al suo papà se devono veramente andare a cena dalla nonna.
il figlio ha chiesto al suo papà se dovevano veramente andare a cena dalla nonna.

10.Giudice: “Dottor Pallotti, Lei controlla sempre tutti i documenti dell'ufficio?”
il giudice chiede al dottor Pallotti se controlla sempre tutti i documenti dell'ufficio.
il giudice ha chiesto al dottor Pallotti se controllava sempre tutti i documenti dell'ufficio.

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Esercizio 2 (cloze): un invito





 arrivi      c'era      magari      mai      pare      questione      ragione      sembrava      soli      vedo  
Franco: Allora, vi è piaciuto il Castello di Miramare?

Perla: Sì, un posto assolutamente magico. Però a Trieste non ci siamo potuti fermare a dormire.

Franco: E come mai?

Perla: Perché c'era la regata Barcolana, ed era tutto pieno, non siamo riusciti a trovare una camera libera.

Franco: Non preoccupatevi, non siete i soli. Ma perché non siete andati a Servola? Un quartiere periferico di Trieste e lì probabilmente avreste trovato qualcosa, magari un B&B.

Perla: Sì, hai ragione, però sai che era la nostra luna di miele e andare a dormire in un quartiere proletario, davanti ad un’acciaieria, non mi sembrava il massimo.

Franco: Beh, questione di gusti. Comunque, prima che arrivi l’inverno dovete assolutamente venire a trovarmi qui a Torino; avete le ferie a settembre no?

Perla: Mi pare di sì, ma non so con precisione, forse è meglio che controllo e poi ti dico.

Franco: Guarda, vi aspetto, ci conto. Così vi faccio vedere che Torino è ancora più bella di Trieste.

Perla: Sì! Non vedo l’ora!




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Le interrogative indirette ~ Impariamo l'itali



Le proposizioni interrogative indirette sono proposizioni subordinate che esprimono un dubbio o una domanda in forma indiretta, cioè senza il punto di domanda e senza l'intonazione interrogativa.

Nelle proposizioni interrogative indirette introdotte dalla congiunzione SE  è possibile adoperare sia l’indicativo sia il congiuntivo.




Esempi di proposizioni interrogative indirette:
  1. L'insegnante di tedesco mi chiese se avevo/avessi studiato per il compito.
  2. Stefania mi ha chiesto che cosa volevo/volessi fare oggi.
  3. Non sapeva più se te l’avevo/avessi detto ieri.



                         
_

 
 
 
Olio extra vergine d'oliva
TRACA 22



_


_





 






______
 Rifletti:
Nel passaggio dal discorso diretto a quello indiretto con il verbo della narrazione al passato, si è verificato un cambiamento di tempi e di modi?



                                          



PRIMA CHE O PRIMA DI?
 
Entrambi i costrutti sono corretti per indicare che l’evento descritto dal verbo della proposizione ➔principale si verifica prima di quello espresso nella proposizione ➔subordinata.
Prima che è una locuzione ➔congiuntiva temporale esplicita. Di regola, la proposizione dipendente introdotta da prima che ha il verbo al congiuntivo
Ripensaci prima che sia troppo tardi
Prima di è una locuzione ➔preposizionale. Di regola, la proposizione dipendente introdotta da prima di ha il verbo all’infinito presente o passato
Prima di pensare a te stesso, pensa agli altri. 




eseecizi
12.(lez 9,pag 215 )
prima di/Prima che

Pensaci bene prima di parlare.
Devo andare al supermercato prima che chiuda 
Prima che arrivi Letizia dimmi cosa e succeso tra voi due.
Dobbiamo tornare a casa prima che faccia buio.
Faccio sempre un di ginnastica prima di anadre a lavorare.
Mettete tutto in ordine prima che mi arabbi con voi.
Cerca di convincere luca a curarsi prima che sia  troppo tardi
Prima di morire voglio visitare tutti i 5 continenti
Hai chiuso bene le fenestre prima di uscire
Voglio comprarmi dei nuovi vestiti prima che finiscano i saldi
Prima che inizi a piovere ,comprati un umbrelo
Di solito a cosa pensi prima di addormentarti

 





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Uso del gerundio ~ Impariamo l'italiano





Il gerundio è una modo indefinito del verbo. Ha due forme, il gerundio presente ed il gerundio passato.

 
Costruzione del gerundio

  • are > -ando: andare > andando
  • ere > -endo: credere > credendo
  • ire > -endo: finire > finendo
Il gerundio passato si forma utilizzando le forme del gerundio presente dei verbi ausiliare più il participio passato del verbo principale:
Essendo andato Avendo creduto Avendo finito
L'uso del gerundio In italiano incontriamo il gerundio nella cosiddetta forma progressiva, ovvero nella costruzione stare + gerundio, corrispondente all'inglese -ing form (I am doing something).
La forma progressiva dà un'idea di durata, di un'azione osservata nel momento del suo svolgimento:

  • Che cosa stai facendo?
  • Sto preparando la cena
La forma progressiva può essere anche utilizzata al passato, usando stare all'imperfetto:
  • Che cosa stavi facendo quando ti ho telefonato? Stavo litigando con mia moglie (la stessa idea di durata può essere espressa dall'imperfetto: che cosa facevi quando ti ho telefonato? - Litigavo con mia moglie.)
Il gerundio, tuttavia, viene anche utilizzato da solo col valore di una frase dipendente, spesso quando il soggetto della dipendente e della principale sono identici. Il gerundio in questi casi può avere la funzione di una frase dipendente:
Temporale
Andando a casa ho incontrato Luca = mentre andavo a casa ho incontrato Luca.


 
Condizionale

Facendo più sport, vi sentirete più in forma = se fate più sport, vi sentirete più in forma.


Modale

Prendendo l'autobus ci vogliono dieci minuti = In autobus ci vogliono dieci minuti.
Causale (spesso utilizzando il gerundio passato)

Avendo vissuto un anno a Roma, parla italiano perfettamente = Poiché ha vissuto un anno a Roma parla italiano perfettamente.


Concessiva (introdotta da "pur")

Pur avendo pochi soldi è andato un mese in vacanza alle Canarie = Anche se ha pochi soldi è andato un mese in vacanza alle Canarie
Come per le altre forme indefinite del verbo,
i pronomi atoni
,
ci
e
ne seguono
il gerundio. Esempi:

  • Devi parlare con Luca. Parlandoci, capirai i suoi problemi.
  • Maria non sopportava Anna. Incontrandola per strada, cambiava sempre direzione.
Quando i soggetti sono diversi il soggetto del gerundio segue il verbo. Esempi:
  • Essendo l'inglese la lingua più utilizzata nel mondo, i bambini la dovrebbero imparare già alle elementari.


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